Topinambur, tapinabò, jerusalem artichoke..

Quando i clienti anglofoni dell’ (ex) ristorante del nostro amico d. gli  chiedevano cosa fosse il topinambur, era molto orgoglioso di poter loro offrire la pronta traduzione in inglese: jerusalem artichoke. Immaginava questa pianta nascere e crescere in terra santa per secoli e, magari con le crociate, arrivare in Europa. Invece si sbagliava completamente. Gli ci sarebbe voluta la lettura del bellissimo “La pazienza del giardiniere” di Paolo Pejrone (ed.Einaudi), per scoprire un pò di cose in più su questo ingrediente base di uno dei piatti fondamentali della gastronomia piemontese: la bagna càuda. Uno dei nomi del topinambur in italiano è “girasole del Canada”(alcuni altri sono: margherita dei fossi, patata del Canada, tartufo di canna, carciofo del Canada… comunque il Canada è spesso tirato in ballo…) ed è proprio da una stroppiatura della parola girasole che deriverebbe lo strano ed esotico jerusalem, mentre artichocke è di stretta e piuttosto evidente origine gastronomica, rimandando alla fragranza del più comune carciofo (in Calabria lo chiamano patati carcioffuli). Un paio di anni fa provammo a piantarli al margine di un orto che stavamo coltivando.  Crebbero alti sino a più di due metri (ricordiamoci che sono parenti stretti del girasole – helianthus annuus e helianthus tuberosus) e, come aveva predetto la vecchina proprietaria del terreno in un dialetto stretto che faticavamo a capire, avevano la tendenza a invadere il resto dell’orto. Ecco perchè rideva mentre li piantavamo! Ma l’anno successivo, proprio in questa stagione, con gli amici ci facemmo una bagna cauda memorabile, con le acciughe dell’acciugaio di Bra. John, il cuoco dell’ (ex) ristorante di d., amava invece farci delle ottime e bilanciatissime vellutate, mettendo a frutto la sua reputazione di alimento adatto ai diabeticiabbinandolo a buonissime piante aromatiche. Potete coltivarli solo se avete un orto “vero” (in contenitore sul vostro balcone difficilmente avrebbero lo spazio sufficiente, ma potreste provare in un OrtoUrbano maxi !) mettendoli a dimora a febbraio, marzo con i germogli verso l’alto, lasciando almeno un metro di distanza tra le file. In genere i topinambur non danno problemi anche se a volte la lumaca rossa può esere dannosa. Dissotterrate i tuberi man mano che li utilizzate per mangiarli (sono ottimi anche in padella col burro) e godete della vista dei loro bei fiori gialli a fine estate.

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